L’idea di organizzare una manifestazione così unica nel suo genere, come quella del “Gioco e giocattolo di tradizione”, rivolta principalmente al mondo dell’infanzia e a quelli che sono i suoi aspetti più gioiosi, risale al 1993, quando, nella frazione Massicelle del Comune di Montano Antilia appunto, prese forma il Museo del Giocattolo Povero.
Era il risultato finale dell’interesse di alcuni bambini dell’Istituto Comprensivo di Montano Antilia per la conoscenza degli aspetti più semplici della vita dei loro avi (come si vestivano, come si alimentavano e soprattutto come occupavano il proprio tempo libero).
Per la valorizzazione di questo patrimonio culturale è nata una filiera istituzionale: nel Maggio 2005 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra il Comune, l’Istituto Comprensivo di Montano Antilia e associazioni culturali locali allo scopo di realizzare un progetto di sviluppo locale che coniugasse la ricerca scolastica con le risorse umane e ambientali locali nell’ottica di un’apertura europea.
Il Festival mira a creare, edizione dopo edizione, un contesto di conoscenza e di crescita per centinaia di bambini provenienti da tutta Italia e non solo, sviluppando un'attività di preservazione del proprio patrimonio e la riscoperta delle proprie radici.
Uno "scambio di epoche" che si manifesta non solo a livello interculturale ma anche intergenerazionale, grazie al coinvolgimento di un'intera comunità alla realizzazione e alla partecipazione dell'evento, ed internazionale, con l'adesione di una rappresentanza estera. Fin dalla prima edizione infatti, l'ottica del Festival resta quella di creare un appuntamento annuale per vivere una favola in un mondo a misura d'uomo e di bambino, presentando la cultura popolare come fonte di appropriazione di identità.
Il Festival prevede un programma ricchissimo, per grandi e piccini: fitto il calendario delle attività previste nelle quattro giornate durante le quali i bambini ospiti apprenderanno dai piccoli studenti del luogo come costruire alcuni dei giocattoli tipici del territorio ed esposti nel museo, coordinati e seguiti dai loro docenti e da un gruppo di esperti speciali, ovvero i nonni e gli anziani del piccolo comune. Circa trenta i laboratori in programma, dalle lezioni di giocoleria al riciclo creativo, dal tree clumbing al mimo, di cui alcuni realizzati dagli iscritti all'Università della Terza Età di Agropoli. Tante divertenti attività cui potranno aderire bambini e curiosi di tutte le età provenienti da qualunque angolo della provincia. |