E’ bello e segnato dal tempo il viso di Clint Eastwood in questo “Million Dollar Baby”, film che ha prodotto, diretto e interpretato, oltre a scriverne interamente la colonna sonora. Ed è insolitamente dolce nei panni di un ruvido allenatore di pugili, abituato da una vita ad applicare la strategia del proteggere se stessi sul ring come nelle relazioni, dopo aver consumato una dolorosa e irreversibile rottura con la propria famiglia.
La sfida di Frankie Dunn è infatti quella di imparare nuovamente a fidarsi dei sentimenti, che si presentano sotto forma di una giovane donna determinata a farsi strada nel mondo della boxe. Non si facciano illusioni, quindi, coloro che andranno a vedere questo film nella speranza di assistere a incontri memorabili. Maggie Fitzgerald, la ragazza da un milione di dollari che ha il volto di Hilary Swank, è una a cui piace stendere gli avversari al primo colpo. La metafora è utile per descrivere in poche parole la miscela di determinazione, paura, diffidenza e speranza che anima chi dalla vita non ha avuto nulla, ma è deciso a guadagnarsi un’occasione.
Poche concessioni allo spettacolo, dunque. Il film non indulge nella tecnica sportiva se non per raccontare una storia di impegno e sacrificio per raggiungere, partendo dal nulla, un obiettivo ambizioso come il titolo mondiale. E’ lo sfondo, questo, in cui si inquadra uno dei temi portanti della pellicola: la riconquista del senso della famiglia e dei legami padre-figlia, anche se non necessariamente determinati dalla parentela di sangue. La famiglia è un concetto astratto e ben si applica a qualsiasi gruppo di persone, sebbene eterogeneo come quello formato da Frankie, Maggie e Eddie detto Scrap, amico di Frankie un po’ bistrattato e sempre fedele, a cui è assegnato il compito di narratore ma anche quello di aiutare il protagonista a intraprendere i cambiamenti decisivi per la propria vita. Eddie è interpretato da Morgan Freeman, che per questa parte è candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista.
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