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06 Marzo 2008

Centenario del Manifesto futurista

Clara Collalti

Questa settimana una carrellata di eventi, passati presenti e “futur”i.

L’Italia sembra in preda ai preparativi per il centenario del Manifesto futurista pubblicato il 20 febbraio 1909 sul quotidiano parigino Le Figaro. E a essere elettrizzata, proprio in stile futurista e quindi fortemente individuale, non è l’Italia delle istituzioni (forse ancora troppo impastoiata per riconoscere un avvenimento del genere) ma l’Italia delle mille attività. Dei mille parchi e dei mille comuni. In ordine sparso ecco una manciata di riletture storiche appena concluse: a Padova hanno reso omaggio a Boccioni con la mostra Boccioni Prefuturista. Gli anni di Padova, alla quale si lega la mostra milanese di Palazzo Reale in cui si celebra invece il maestro di Boccioni, Giacomo Balla: Giacomo Balla, La modernità futurista sulla quale torneremo a breve. A Matera si è appena conclusa Alberto Bragaglia e il Futurismo, mentre all’Auditorium di Roma hanno esposto i lavori di Depero in Depero Pubblicitario. Dall'auto-réclame all'architettura pubblicitaria. Per rendersi conto di quante iniziative siano state appena dedicate o saranno in via di allestimento nei prossimi dodici mesi basta una veloce occhiata su Google. Noi ci dedicheremo a Roma e Milano, protagoniste di due iniziative importanti, anche per le location deputate a ospitarle. Nella capitale si è scelto l’appena restaurato Palazzo delle Esposizioni per Il Mito della Velocità. Arte, motori e società nell'Italia del ‘900; mentre a Milano, dopo i primi scoppi avuti nelle settimane del carnevale ambrosiano, è Palazzo Reale a ospitare Giacomo Balla. La modernità futurista.


Giacomo Balla arrivò tardi al Futurismo. A quarant'anni lo coinvolse nell'impresa il suo allievo Boccioni, e il maestro non fu più lo stesso. Abbandonato il ritratto borghese e il percorso divisionista intraprese l'avventura con uno spirito nuovo e forte dell'esperienza pregressa. L’allestimento milanese, qualcuno ha osservato che proprio nella scelta delle dislocazioni Palazzo Reale avrebbe potuto essere un po’ più futurista, pone l’accento sulle sperimentazioni di Balla e sull’audacia che un artista non più giovanissimo decise di manifestare nel proprio rinnovamento. Interessanti sono anche alcune riflessioni sulla formazione di un artista eclettico come Balla.

Giacomo Balla. La modernità futurista.
Milano, Palazzo Reale, 15 febbraio – 2 giugno 09:30-19:30 (lunedì e giovedì fino alle 22:30)


A suo modo originale è invece l’esposizione capitolina, interamente dedicata al mito, al culto e al fascino della velocità. Declinata in tutte le sue possibili applicazioni e momento fondativo del pensiero futurista. In cui, anche l’allestimento sembra aver felicemente risentito del tema scelto. La mostra è divisa in sei sezioni, tutte concentrate sulla velocità ma ognuna con un proprio leitmotiv. Nel cuore del Palazzo c’è un excursus sulla velocità in pista. Piloti, circuiti, gare, automobili e moto. Poi questi i temi delle sezioni: “la bellezza della velocità”, “la velocità dei cieli”, “il design”, “la velocità della crescita” dedicata agli anni del boom economico, “la velocità nelle comunicazioni”. Sesta e ultima parte dedicata al futuro, ancor più che al futurismo: prototipi e simboli del 21° secolo.

Il mito della velocità. Arte, motori e società nell'Italia del ‘900
a cura di Eugenio Martera e Patrizia Pietrogrande
Roma, Palazzo delle Esposizioni 19 febbraio – 18 maggio 2008

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