Se n'è parlato moltissimo, di questo film. Non solo perché è, di fatto, un bel film, ma perché visti i tempi di campagna elettorale e temi sociali in grande spolvero anche da noi, si è fatto salotto sulla questione dell'interruzione di gravidanza.
Ma Juno non è un film abortista o antiabortista, nient'affatto. È un prodotto veloce e snello di un'America che fa ironia su di sé, è una pellicola che ha fatto centro sotto tutti gli aspetti perché è ben scritta (da una donna), ben diretta (da un uomo) e ben recitata.
Dietro la macchina da presa c'è Jason Reitman, 30enne figlio d'arte, che guida la protagonista attraverso il suo viaggio iniziatico alla vita, attraverso una gravidanza inaspettata: è questo il punto di partenza di Juno. Ed è questo il nome della sedicenne che si ritrova in una clinica per abortire, dopo aver trasformato un pomeriggio noioso come tanti in un pomeriggio di sesso col coetaneo Bleeker, un ragazzo timido e riservato. Quando scopre di essere incinta escogita però un piano per trovare una coppia di genitori adottivi per il pargolo...Si imbatte in Mark e Vanessa, coppia benestante e all'apparenza perfetta che in realtà nasconde qualche falla.
Il film è fresco, dicevamo, ironico, denso di trovate leggere, quasi superficiali, ma mai banali e fuori luogo: la scrittura è calibratissima, ed esce dalla penna di Diablo Cody, ex spogliarellista e scrittrice, autrice di più d'un libro di successo, che non segue alcuna regola hollywoodiana ma si affida all'imprevedibilità della narrazione, confezionando un prodotto riuscitissimo.
Straordinaria la protagonista, Ellen Page. La si rivedrà presto.
Vincitore della Festa di Roma 2007, Juno è la risposta ideale a chi cerca qualcosa di nuovo.
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